Pubblicato il: 08 gennaio 2025

Confraternite: pellegrini di speranza custodi della pietà popolare

di Lidia Povia

 

“La Chiesa ha bisogno delle confraternite per portare l'annuncio del Vangelo a tutti”. Così si è espresso Papa Francesco nel suo messaggio in occasione del secondo Congresso internazionale delle confraternite e della pietà popolare, tenutosi a Siviglia dal 4 all'8 dicembre appena trascorsi. Si tratta di un evento di grande rilievo nell'ambito della Chiesa atto a promuovere la spiritualità e la solidarietà e a dare maggiore spicco all'importante ruolo delle confraternite nella società odierna quali custodi della pietà popolare, cioè di tutte quelle manifestazioni religiose nate dal popolo (processioni, pellegrinaggi, riti religiosi tipici di una località) che creano un meraviglioso intreccio tra fede e cultura locale.

 

Il testo, letto dall'arcivescovo Edgar Pena Parra, inviato in sostituzione del Papa, evidenzia essenzialmente tre sfide che le confraternite dovrebbero riproporsi nel proprio programma. Tre come tre sono le essenze che compongono la Santissima Trinità. Egli propone questi obiettivi quasi fossero una supplica a Dio chiedendo al Padre “efficacia evangelizzatrice”, ovvero capacità da parte delle confraternite di trasmettere e diffondere il messaggio del Vangelo in modo che sia accolto, compreso e vissuto dalle persone. Per questo diventa fondamentale puntare sulla famiglia, il primo ambiente nel quale il valore della fede si coltiva, per poter intraprendere un percorso di fede che trovi poi la sua massima espressione nella vita di tutti giorni e nell'esperienza di condivisione vissuta nelle e tra le confraternite.

 

Il Santo Padre prosegue chiedendo al Figlio “la bellezza della testimonianza” esaltando la bellezza sublime delle tradizioni popolari ponendo particolare attenzione sui bambini, essenziali per la sopravvivenza delle confraternite, affermando quanto è emozionante vederli con i loro piccoli abiti mentre svolgono i compiti dei piccoli: portare l'acqua o gli incensieri, sentendosi importanti per quello che fanno e, al tempo stesso, desiderosi di diventare grandi per poter imitare gli adulti. Ogni membro, col proprio piccolo contributo, diventa tassello fondamentale di un mosaico nel quale l'uno non può fare a meno dell'altro, anzi l'unione e la compenetrazione rappresentano il fulcro di questa bellezza.

 

Bellezza che viene da Cristo e che è Cristo stesso e, in quanto tale, tutte le confraternite hanno la responsabilità di far arrivare questa bellezza a chiunque ne voglia entrare in contatto. E poco importa, dice Papa Francesco, se si porta sulle spalle in processione una croce o se semplicemente la si segua in religioso silenzio. Non importa se si indossi un abito di penitenza o un rosario: l'amore verso Cristo è lo stesso perché “siamo tutti note della stessa partitura che insieme compongono un canto di lode”. In ultimo Sua Santità ha chiesto allo Spirito Santo “un cuore pieno di carità nascosta” per le confraternite che consenta loro di raggiungere tutti coloro che sono nel bisogno e nella sofferenza perché “caricarsi” del peso della croce in processione o caricarsi ogni giorno della croce che il Signore ci pone propone, o ancora farsi carico della croce del fratello che incontriamo lungo il nostro cammino è la stessa carità nascosta, lo stesso amore che, ispirati dal Vangelo, ci riporta a Dio e ci rende sempre più simili a Gesù Cristo.

 

A tal proposito il Papa fa riferimento a un santo molto conosciuto in Spagna, san Manuel Gonzalez, il quale in uno dei suoi scritti più famosi descrive la vita come un pellegrinaggio, un viaggio di andata e di ritorno che inizia, quello di andata, da Cristo e termina nel popolo, mentre quello di ritorno parte dal popolo e ritorna a Cristo. Questa immagine bellissima non si sviscera solo nella sfera religiosa, ma ancora di più si contestualizza nell'opera sociale delle confraternite che diventano veri e propri “pellegrini di speranza”, assumendo un ruolo di prestigio anche nel Giubileo 2025 il cui tema è proprio quello della speranza. Esse incarnano il messaggio della speranza portando Cristo specialmente nei contesti segnati dalla sofferenza attraverso le loro opere di solidarietà.

 

Questo impegno a livello sociale nel donare speranza si interseca perfettamente con il contesto natalizio poiché il Natale celebra la nascita della speranza attraverso la venuta di Cristo, nostro Salvatore. Non a caso l'anno giubilare ha avuto il suo via proprio la sera della Vigilia di Natale, simbolicamente una notte di luce che si accende per illuminare un popolo di Dio in cammino verso Dio che porta Cristo al centro della propria vita e tra gli uomini e si fa strumento di speranza e amore verso il prossimo.