Antonio: compagno di viaggio nel sentiero quaresimale
di don Massimiliano De Silvio
Il tempo di Quaresima, per chi desidera ascoltare e incontrare il Signore, è uno dei momenti forti in cui, insieme alla Chiesa, si può fare un salto di qualità nella vita e nella fede. Nell’Anno Liturgico, il tempo quaresimale diventa uno spartito che ogni cristiano dovrebbe scrivere e sentire nell’animo, ascoltare e poi tradurre nell'armonia e nella sinfonia spirituale che pervade il quotidiano, con le sue sfide, difficoltà, imprese, gioie e soddisfazioni. Tale spartito si scrive solo attraverso l’intima ispirazione della preghiera: una comunicazione viva con il Signore, maestro di verità e bellezza.
Per questo motivo, guardare alla vita, alle opere e alla meditazione sulla Parola di Dio elaborata da alcuni santi può darci una spinta nel cammino spirituale, spesso trascurato, abbandonato e bistrattato con stonate note e rumori. Un santo al quale guardare per un rinnovato slancio nella fede, nella conversione, nell’aiuto alla meditazione e contemplazione della Sacra Scrittura, nell’attuazione testimoniale di gesti intrisi della presenza di Dio potrebbe essere Sant’Antonio di Padova. Il suo impegno costante nella predicazione e nel Sacramento della riconciliazione durante la Quaresima del 1231 può essere considerato il suo grande testamento spirituale.
La “predicazione quaresimale quotidiana” è riconducibile proprio al Santo di Padova. Ogni sermone di Antonio è uno scrigno di grazia, dove tesse con la Scrittura le orme di Cristo, che bussa alle porte del nostro cuore per essere incontrato nella vita. C’è un sermone “quotidiano”, in particolare, che il Santo propose per la Quaresima e che metteva al centro una condizione importante per iniziare il cammino: “Il Signore soffia sul volto dell’anima l’alito di vita, che è la contrizione del cuore, quando l’immagine e la somiglianza di Dio, deturpata dal peccato, si imprime nuovamente nell’anima e si rinnova, per mezzo della contrizione del cuore.”
Ma come può il cuore vivere la contrizione più vera davanti a Dio per potersi avvicinare sempre più a Lui, fonte di Eterno Amore e Vita? “Quale debba essere la contrizione, lo indica il Profeta dicendo: «Sacrificio a Dio è lo spirito addolorato, affranto; un cuore contrito e umiliato tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 50,19). In questo versetto vengono indicati quattro atti: il pentimento del cuore addolorato per i peccati, la riconciliazione del peccatore, l’universale contrizione di tutti i peccati, la continua umiliazione del peccatore contrito,” predicava Sant’Antonio.
Queste vie portano ogni uomo e donna ad avvicinarsi al perdono di Dio, alla comunione con Lui, all'ottenimento di quella libertà che eleva lo spirito, a sentirsi parte di quell'unico spartito che è il corpo mistico di Cristo, dove lo Spirito Santo crea sempre armonie nuove e registri sorprendenti. I sermoni e le prediche domenicali dell’uomo di Dio aprono il cuore alla vera Sapienza e aprono sentieri riflessivi e concreti che permettono di restare con i piedi per terra e lo sguardo rivolto al cielo.
La predicazione nella Quaresima del 1231, considerata il suo testamento spirituale, può aprire sentieri che portano solo all'incontro con Cristo sofferente e risorto per noi, un incontro che potrebbe cambiarci la vita! È tempo, dunque, in cui è importante per noi cristiani “appoggiarsi alla Croce di Cristo come il viandante si appoggia al bastone quando intraprende un lungo viaggio.”
È tempo di comprendere le parole determinate di Antonio che ci invitano a ricordare a noi stessi che: “In un’acqua torbida e mossa, il viso di chi vi s’affaccia non viene rispecchiato. Se vuoi che il viso di Cristo, che ti guarda, si rispecchi in te, esci dal tumulto delle cose esteriori e sia tranquilla la tua anima. Cristo, che è la tua vita, sta appeso davanti a te, perché tu guardi nella croce come in uno specchio. Lì potrai conoscere quanto mortali furono le tue ferite, che nessuna medicina avrebbe potuto sanare, se non quella del sangue del Figlio di Dio. Se guarderai bene, potrai renderti conto di quanto grandi siano la tua dignità umana e il tuo valore… In nessun altro luogo l’uomo può meglio rendersi conto di quanto egli valga, che guardandosi nello specchio della croce.”