Pubblicato il: 02 ottobre 2024

Archiviato il: 11 dicembre 2024

Un 13 giugno in movimento

di Maria Raffaella la Grasta

Il 13 giugno è la solennità del nostro amato Santo, un giorno di festa per la nostra Confraternita di Sant’Antonio di Padova. Come ogni anno, sin dalle prime ore del mattino le vie del centro storico della città si animano di una inconsueta vitalità, decine di fedeli si avvicinano alla piccola Chiesa di Sant’Andrea, custode di pietra del simulacro del Santo e sede antica di una devozione sempre viva. A scandire l’alternarsi delle celebrazioni la Bassa Musica, il suono delle percussioni esalta il clima di festa per celebrare il Santo dei Miracoli. Ma non è tutto.

 

La festa liturgica di Sant’Antonio è anche un’occasione per abbracciare la solitudine e la sofferenza, sull’esempio del Santo, portando la stessa atmosfera di calore e condivisione vissuta fra le viuzze del centro storico presso coloro che vivono situazioni di fragilità e sono impossibilitati a recarsi in chiesa. Da circa un ventennio, infatti, la Confraternita organizza il 13 giugno la distribuzione dell’Eucaristia ad anziani ed ammalati, un’occasione per rispondere all’invito di Papa Benedetto XVI che nell’esortazione Sacramentum Charitatis, al numero 58, sosteneva “la necessità pastorale di assicurare l’assistenza spirituale ai malati, a quelli che restano nelle proprie case o che si trovano in ospedale”.

 

Accompagnati dalle preziose guide spirituali di don Leonardo Andriani e don Massimiliano de Silvio, avvicendatisi nel corso della mattinata, alcuni membri della nostra Confraternita si sono recati nelle case di quanti ne hanno fatto richiesta per portare la consolazione dell’Eucaristia e manifestare la propria vicinanza discreta a molti anziani e ammalati costretti all’immobilità, alla solitudine e alla sofferenza. Tanti gli anziani e gli ammalati visitati. Numerosi gli occhi incrociati, varie le emozioni condivise in una relazione di vicendevole arricchimento. Un grande dono per tutti. Tanta la voglia di parlare prima di partecipare al banchetto eucaristico. Grande il desiderio di raccontare la propria vita, la propria sofferenza. Molti i fugaci racconti della vita trascorsa fra lavoro e sacrifici, dedicata alla cura della famiglia e alla crescita dei figli. Quanta dolcezza negli sguardi dei nonni desiderosi di parlare dei traguardi raggiunti da figli e nipoti indicando le foto esposte in bella vista sulle mensole del mobilio! Quanta umile accettazione nel condividere i limiti e le fragilità della vecchiaia e della forzata solitudine!

 

La gioia negli occhi dei tanti anziani visitati scaturita dall’incontro e dal Corpo di Cristo hanno riportano alla mente le parole pronunciate da Papa Francesco durante l’udienza del 23 febbraio 2022 “in un tempo ossessionato dalla velocità, la vecchiaia richiama a ritmi più lenti e apre a spazi di senso della vita, che stanno diventando sconosciuti. Stare con gli anziani significa incontrare chi sta vivendo il tempo dell’attesa di Dio, chi sta maturando dentro di sé la sensibilità per accogliere il Signore quando passa”. Ogni anziano incontrato è stato testimone di fede, di attesa devota e piena di speranza.

 

Ma purtroppo la sofferenza arriva anche prima del tempo, quando il corpo è ancora vigoroso e pulsa di energia e voglia di correre, poi la caduta improvvisa. Essere prigionieri di un fisico senza forze provoca tanto dolore ed enorme sofferenza talvolta difficili da accettare. I sorrisi cedono il passo alle lacrime, lo sconforto si arrende alla speranza, ci si interroga su come continuare a vivere senza farsi travolgere dalla terribile esperienza della malattia. Una domanda alla quale risulta arduo rispondere senza il sostegno della Fede. La paura di perdere la speranza è grande ma in fondo al tunnel oscuro arriva la luce dell’Eucaristia, le parole consolatrici della guida spirituale che riportano fiducia. Sul volto rigato di lacrime nasce di nuovo il sorriso.

 

Una mattinata ricca di esperienze forti, di condivisione e di ricerca del valore profondo della Fede. Cercare negli altri, negli ultimi, in coloro che soffrono l’immagine di Dio è il senso dell’essere cristiani; accogliere il Signore, aprire il cuore a Dio e riconoscerlo attraverso l’incontro con il prossimo, anche e soprattutto quando quest’ultimo ci appare più lontano, questo l’obiettivo di una comunità che vuole crescere nella Fede sull’esempio di Sant’Antonio. Come il Santo di Padova la Confraternita vuole uscire dalle poderose mura della chiesa per mettersi in movimento e andare verso, essere vicina ai fratelli che soffrono, attivare il movimento del cuore che partecipa alla sofferenza dell’altro per alleviarla con la consolazione.