Sant'Antonio, dottore "mariano"
di don Raffaele Gramegna
L’amore di Sant'Antonio per la Vergine Maria è pari alla sua santità. Nei Sermoni la cita 82 volte e per 90 volte unisce il nome della Madonna all’aggettivo beata o santa. Non poteva essere diversamente per un figlio di San Francesco. L’approccio di Antonio a Maria, infatti, pur essendo carico di devozione, non è mai devozionale, ma nutrito delle sane radici della Scrittura.
La modalità della devozione mariana di Antonio di Padova è quantomai moderna spiritualmente e teologicamente: essa, infatti, nasce dal mistero fondamentale che caratterizza la presenza di Maria nella storia della salvezza, cioè la sua maternità divina. Egli rimane affascinato dal mistero dell’Incarnazione del Verbo ed è soprattutto in questa relazione che egli concepisce il mistero di Maria, anche in rapporto ai cristiani. Pensa a Lei come il “luogo” in cui noi possiamo incontrare Dio, perché questo è avvenuto proprio per mezzo di Lei: “Ti ringrazio, Vergine gloriosa, perché per mezzo tuo Dio è con noi” egli esclama.
Facendo paragoni arditi con la parola Biblica, il Santo pensa a Maria come a quel cestello di vimini in cui fu adagiato il corpo del piccolo Mosè per salvarlo dalle acque. Nello stesso modo sulle acque del mondo il piccolo Gesù, dono di Dio all’umanità, naviga e galleggia grazie all’umile ma indispensabile “contenitore” che lo ha portato e che ha permesso agli uomini di incontrarlo e di essere salvati dalla schiavitù del peccato.
Il rapporto tra Cristo e Maria rapisce il Santo di stupore ed egli esclama: “Oggi egli fece nascere te, per poter nascere da te”; “Il Signore la fece santa più di tutti i santi per farsi in lei lui stesso; colui che ella allattava le donava la vita”. Questo legame assoluto e unico permette a Maria di partecipare a prerogative uniche del Figlio stesso, donate a Lei dal Padre, come l’Assunzione in Cielo in anima e corpo o la sua Immacolata Concezione. Secoli prima che i due dogmi fossero ufficialmente proclamati (nel 1854 l’Immacolata e nel 1950 l’Assunta), Antonio accenna a questi singolari doni di grazia attribuiti a Maria e intuisce, anticipandola di quasi un secolo, la celebre teologia sull’Immacolata Concezione elaborata da un altro grande francescano, il b. Duns Scoto. Ma la cosa più bella del messaggio mariano del Dottore Evangelico è il rapporto della Vergine con noi, il popolo di Dio, tutti gli uomini: Ella viene presentata da Antonio come madre dei peccatori, madre dei fedeli, madre dei santi; nessuna categoria è esclusa dalla “mediazione materna” della Vergine, dalla sua intercessione: “va’ da Lei” è l’esortazione rivolta dal Santo ai suoi ascoltatori: “A te, o beata Vergine, lode e gloria, perché oggi nella bontà della tua casa, cioè nel tuo seno, siamo stati ricolmati. Noi, prima vuoti, ci siamo riempiti, prima malati ora sani, prima maledetti ora benedetti. Grazie a te, o Vergine gloriosa, perché per mezzo tuo Dio è con noi, primogenito tra i morti, venuto tra molti fratelli”.