Rinnovare la devozione al Santo di Padova
di don Vito Marino
Abbiamo vissuto nel mese di giugno il cammino con Sant’Antonio che tutti chiamano la “Tredicina”. È stato un periodo bello di fede e di preghiera accompagnati dalla presenza “solidale” di sant’Antonio.
Dopo questo periodo ritengo si debba fare una verifica per capire se la nostra devozione è diventata più solida avvicinandoci di più al Gesù che sant’Antonio ci presenta.
Cosa è la devozione? Ho letto da qualche parte che: «la devozione è una passione profonda e gentile, è la dedizione a un legame di cui si ha necessità per averne ispirazione e significati. Che sia verso un creatore trascendente, oppure verso la persona che si ama, o ancora verso i figli, ma potrebbe essere anche verso i propri ideali o verso una persona modello, la devozione non è solo amore, neppure sola ammirazione. Il sentimento della devozione riconosce del divino e se ne fa apostolo.»
Io personalmente la definisco così: mettere i propri passi sui passi di qualcuno che si ritiene un esempio da seguire facendoselo amico nella vita.
Secondo il trattato di san Luigi Grignon di Montfort una devozione viene definita vera se è interiore, tenera, santa, costante e disinteressata.
Facciamo introspezione e verifichiamo, dunque, se queste caratteristiche rispecchiano la nostra devozione a sant’Antonio di Padova e se dovessimo accorgerci che c’è da migliorare non arrendiamoci ma chiediamo al Santo di Padova di aiutarci con la sua intercessione e il suo aiuto non dimenticando che l’obiettivo da raggiungere con la nostra devozione è sempre Lui: Gesù Bambino.