Pubblicato il: 05 luglio 2024

Collocazione Provvisoria (scomoda)

di Maria Irene de Biase

 

Prendendo in prestito la citazione del nostro amato vescovo don Tonino Bello, quando nel Duomo di Molfetta vide un crocifisso appoggiato ad una delle pareti della sacrestia con un cartellino sopra che diceva “Collocazione Provvisoria”, ho pensato che anche la statua di Sant'Antonio, per tanti anni abbia avuto una “collocazione provvisoria”, e anche un po' “scomoda” in attesa di averne una giusta. Finalmente quest'anno la statua del Santo è stata collocata al posto adeguato, lasciando l'altare ben visibile all'assemblea o a chi entra in chiesa solo per un saluto.

 

Infatti, l’altare è il centro dell'assemblea cristiana, è il luogo dove Dio viene verso di noi e noi andiamo a Lui; è il luogo dove si contempla Gesù vivo che nell'ultima cena dona se stesso per la riconciliazione dei peccatori con Dio. Perciò considerando la dedicazione dell'altare a Dio soltanto, non si possono collocare nella mensa eucaristica né statue, né immagini di santi. Questo lo afferma il codice di diritto canonico nei codici 1186/1188. In particolare, il can. 1186 afferma che: “La chiesa promuove il culto dei santi per favorire la santificazione del popolo di Dio perché i fedeli siano edificati dal loro esempio e sostenuti dalla loro intercessione”. E ancora, il can.1188 dichiara: “Sia mantenendo la prassi di esporre nelle chiese le sacre immagini alla venerazione dei fedeli; tuttavia, siano esposte in modo che non suscitino le meraviglie del popolo cristiano e non diano occasione o devozione mano retta”.

 

In conclusione, essendo l'altare il luogo riservato all'adorazione di Dio e del quale continuano a scaturire le acque della salvezza, non si deve coprirlo con statue e immagini sacre che possano distogliere la nostra attenzione e molto più offendere il nostro Dio che è un “Dio geloso” (Esodo 20,3-5). Alle immagini e alle statue che rappresentano la Madonna o Santi, invece, noi cristiani riserviamo la nostra venerazione, per cui la loro collocazione non può essere sull’altare.

 

Personalmente, ho molto apprezzato l'intronizzazione della statua del Santo e sono sicura che anche Sant'Antonio, avendo occupato in questi anni trascorsi, un posto che non gli apparteneva, si sia sentito un po' scomodo e anche a disagio, conoscendo la sua profonda umiltà. Mi piace pensare che ora sia contento di trovarsi al posto giusto e che di là, sorridendoci, continua a indicarci Gesù, l'unico Maestro che dobbiamo seguire. Quando andiamo in chiesa, salutiamo prima colui che ci ospita e ci accoglie, il Nostro Signore Gesù Cristo, e poi la Madonna e i santi rappresentati e nello specifico Sant'Antonio.

 

Degno di nota è il candelabro a 13 luci posto ai piedi della statua. Ogni giorno è stata accesa una lampadina a proclamare la presenza viva di Cristo in mezzo a noi e a essere come lui, luce del mondo, proprio come egli stesso afferma nel vangelo di Matteo (5,14) “Voi siete la luce del mondo”. La luce donata da Cristo rappresenta la nostra fede, è la fiamma del nostro amore per lui che porta la salvezza e rompe il buio del peccato della vita di ognuno di noi. Sant'Antonio ci ricorda che anche lui è stato illuminato dalla luce di Gesù e noi devoti che godiamo di luce riflessa, sul suo esempio, siamo chiamati a diffondere la stessa luce per illuminare le menti dei nostri simili. La progressiva accensione delle lampade simboleggia la luce di Cristo che si espande sempre più, tanto da avvolgere tutti i credenti e diventa sempre più forte e splendente man mano che ci si avvicinava la festa.

 

La recita della Tredicina e quelle luci accese una per volta, aumentino la nostra fede affinché possiamo vivere secondo i valori cristiani fondamentali di carità, umiltà e servizio per rinnovare le nostre vite spirituali e contribuire a una comunità più coesa e solidale. Buon Cammino!