Pubblicato il: 10 maggio 2024

Archiviato il: 02 luglio 2024

Antonio di Padova e Antonio Bello: modelli per le Vocazioni

di Simone de Candia

 

Domenica 21 Aprile si è celebrata la 61° giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Il tema “Creare casa”, scelto dall’Ufficio Nazionale per la pastorale vocazionale, dà seguito all’invito di Papa Francesco di creare ambienti adeguati dove sperimentare la nascita di nuove vocazioni. Un tema, questo, che non sempre sta a cuore del cristiano soprattutto nella società odierna.

 

Il nostro seminario regionale presente nel territorio, oggi conta all’incirca una sessantina di ragazzi, e nonostante il “vanto” di essere il seminario con più ragazzi in Europa, il dato legato alle poche vocazioni deve farci riflettere attentamente soprattutto perché il presente e il futuro della Chiesa passa proprio da questo elemento.

 

Il venerabile don Tonino Bello ha più volte affrontato il tema della Vocazione con queste parole molto efficaci: “Vocazione, è la parola che dovresti amare di più. Perché è il segno di quanto sei importante agli occhi di Dio. È l’indice di gradimento, presso di Lui, della tua fragile vita. Sì, perché, se ti chiama, vuol dire che ti ama. Gli stai a cuore, non c’è dubbio. In una turba sterminata di gente risuona un nome: il tuo. Stupore generale. A te non aveva pensato nessuno. Lui sì! [...] Puoi dire a tutti: si è ricordato di me. E davanti ai microfoni della storia, ti affida un compito che solo tu puoi svolgere. Tu e non altri. [...] Ha scritto “T’amo” sulla roccia, non sulla sabbia come nelle vecchie canzoni. E accanto ci ha messo il tuo nome. Forse l’ha sognato di notte. Nella tua notte. Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me.”.

 

Eppure, da queste parti, in questa società lacerata nei valori, da cristiani poco autentici spesso ci vergogniamo persino di testimoniare la nostra fede. Anche Sant’Antonio è stato ed è tuttora un modello per le vocazioni. Perché la vocazione si basa sull’accoglienza del cambiamento inaspettato che è stato il punto cardine della sua vita. Come ben sappiamo infatti, Antonio divenne frate Francescano poiché ispirato dai protomartiri francescani, morti a causa della testimonianza della propria fede in Marocco. Ed è per questo che a Sant’Antonio si affidano anche le chiamate alla vocazione, ed in particolare a quella sacerdotale.

 

Ecco una preghiera tratta proprio dai libretti della devozione popolare al Santo di Padova: "O glorioso Sant’Antonio di Padova, voi in cielo vedete i cuori di Gesù e di Maria desiderosi di mandare alla santa Chiesa numerosi ed eletti ministri del santuario. Voi vedete che gli Angeli e i Santi chiedono sacerdoti; voi udite le ferventi suppliche della Chiesa e vedete che anche noi, vostri devoti, chiediamo sacerdoti secondo il cuore di Dio. Che cosa aspettate dunque? Noi confidiamo nella vostra intercessione affinché prorompa sulla terra la grazia delle grazie, la misericordia delle misericordie, ossia i santi sacerdoti. Amen".