Pubblicato il: 9 novembre 2020

Archiviato il: 14 giugno 2021

Vent'anni insieme

di Giuseppe de Bari (Priore)

 

 

Padova, 8 ottobre 2000. Le firme dei due priori delle Confraternite di Sant'Antonio delle città di Molfetta e Zagarolo, Domenico Panuzio e Alberto di Felice, sigillano l'atto di gemellaggio confraternale nella chiesa di San Giorgio.

 

Le due confraternite antoniane si erano conosciute già nel 1998 in occasione del convegno dei responsabili delle confraternite antoniane a Padova, quando era emersa una particolare intesa su alcune questioni confraternali contemporanee, oltre alla contiguità spirituale rafforzatasi anche nel successivo convegno a Zagarolo nel 1999. La comunione spirituale si è poi concretizzata nel primo semestre del 2000: dopo la lettera del priore Panunzio nel dicembre 1999, accolta favorevolmente dalla Confraternita di Zagarolo, il primo maggio a Molfetta è stato sottoscritto il protocollo d'intesa, ratificato dopo due mesi a Zagarolo (1 luglio). L’anno successivo le celebrazioni cittadine sono state condivise dalle due confraternite.

 

In questi venti anni, grazie all'impegno proficuo dei priori e delle amministrazioni che si sono succedute, sono state tante le opere caritative organizzate congiuntamente. Al centro di ognuna di esse c'è stato e c'è sempre il Santo dei poveri, dei dimenticati, degli ultimi, che nella logica del Vangelo saranno i nostri ferventi avvocati davanti al trono dell'Altissimo.

 

Il segno di fratellanza dei due sodalizi si è anche manifestato con la partecipazione congiunta ad alcune processioni del comune Santo Patrono sia a Zagarolo che a Molfetta nonché allo straordinario arrivo delle reliquie del santo in Molfetta lo scorso 2015.

 

Nel biennio 2010-2011 si è celebrato il primo decennale del gemellaggio con due intense giornate di spiritualità e formazione. Anche per questo ventennale era stato preparato un ricco calendario di eventi per solennizzare degnamente questa proficua unione ma la situazione sanitaria mondiale ha sospeso, per ora, l'attuazione degli stessi. La longevità di questa unione è sicuramente benaccetta al Santo patavino che continua a proteggerla e custodirla negli anni.

 

Ognuno di noi ha una piccola responsabilità nella storia di questa confraternita, l'aiuto al prossimo passa dalla singola bontà di ciascuno di noi ma se riuscissimo ad unire tutto l'amore che individualmente esprimiamo in un'aggregazione come quella gemellare siamo sicuri che il nostro Santo lo gradirebbe ancor più perché, come dice il Vangelo: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro" (Mt 18,15-20).