Pubblicato il: 25 agosto 2019

Archiviato il: 25 settembre 2019

Maria, la Madre

 

 

Mentre mi accingo a mettere in ordine i pensieri su Maria, la Madre di Gesù, e su Sant’Antonio di Padova, ripenso alla giornata dedicata a Maria del Monte Carmelo. In questa devozione, annoto la maternità di Maria che non abbandona mai i suoi figli e cerca in tutti i modi di portarli con se in Paradiso, accanto a Dio e a Lei. Non è nuovo il rapporto filiale che tutti i Santi hanno avuto con Maria: infatti, leggendo le vite dei Santi, sarebbe molto facile trovare come cifra dominante la devozione a Maria. Torniamo a Sant’Antonio e vorrei ripartire proprio al canto alla Vergine che lo accompagna al momento della Morte:

O gloriosa Signora,

alta sopra le stelle,

il Dio che ti ha creata

nutristi al tuo seno.

 

La gioia che Eva ci tolse

ci rendi nel tuo Figlio:

sei fatta finestra del cielo

per far entrare i piangenti.

 

Tu sei del sommo Re

la fulgida porta di luce:

ti esaltino tutti i redenti

che da te hanno avuto la vita.

 

A te sia gloria, Signore,

nato da Vergine Madre:

al Padre e al Santo Spirito.

 

È bello pensare come Antonio al termine della vita invoca la Signora, cioè Maria per farsi accompagnare a vedere il suo Signore. Si tratta di un canto che ricerco sempre soprattutto nei momenti difficili perché, come Antonio, vorrei senti accanto lei, Maria, la Madre.

 

È utile riprendere in mano tutto il complesso di verità che dentro o fuori dei Sermoni mariani il Santo propone parlando di Maria, perché leggendo le sue parole emerge chiaramente chi e che cosa realmente Lei sia per Antonio. Perché Maria per Antonio è soprattutto una presenza: praticamente, in tutti i Sermoni, egli parla di Maria, si riferisce a Lei, su di Lei pone il confronto della dottrina e della prassi. Ne parla ogni sabato, ne parla nel ciclo liturgico della redenzione e del Natale, insiste nell'esortare a meditare giornalmente sul saluto dell'angelo a Maria. Di fatto, quindi, Antonio insegna a onorare la madre del Signore con un culto quotidiano, settimanale, annuale.

 

Per avvicinarsi il più possibile a questa presenza, per comprendere chi e che cosa sia realmente Maria per Sant'Antonio, la strada migliore è quella di esaminare come egli la chiami, quali titoli le dia, con quali immagini la rappresenti. Esaminiamo la gioiosa litania teologica e poetica con cui Antonio di Padova unisce teologia e fantasia d'artista, fede e pietà, amore ed eloquenza, per esprimere non solo il suo amore e la sua fede in Maria, ma anche la sua convinzione che ella è attiva in cielo per noi e che quindi a lei possiamo rivolgerci.

 

Possiamo distinguere tre gruppi, ciascuno dei quali è suscettibile di ulteriori suddivisioni. Il primo è Maria e Dio. Il secondo è Maria e noi. Il terzo è Maria vista in se stessa. Soffermiamo la nostra attenzione su Maria e noi.

 

Una caratteristica del pensiero di Antonio è il vedere Maria non solo per se stessa, non solo nei suoi titoli, ma vederla per noi, in rapporto a noi. Tutto ciò che Lei ha ed è, è donato a noi. Maria è madre di Dio, ma anche madre nostra, anzi, sottolinea Antonio, madre mia, e in questo aggettivo si sente tutta la fiducia che egli ha in lei fin da quando era bambino, si sente tutta la certezza di poter trovare sempre in Maria aiuto e conforto.

 

Questo essere madre «nostra» Antonio lo riferisce a tre categorie di uomini: la prima, la più comune, è quella dei peccatori. Antonio ricorda la promessa fatta da Dio al Maligno: ipsa conteret caput tuum, assicura che Maria ha in mano la vittoria sul male ed è sempre pronta ad accogliere chi a lei si rivolge. Antonio nelle sue preghiere si rivolge con fiducia a Maria, unica speranza, nostra speranza, colei che indica la strada della conversione, colei che parla a Dio di noi come nostra mediatrice. Antonio dà a questo titolo il suo significato più concreto, non apre discussioni teologiche, ma vuol ricordare a chi si sente gravato dalla colpa che c'è lei, Maria, pronta a intercedere per noi.

 

Un'espressione molto frequente è madre di misericordia: è un titolo comune nella pietà medievale, e Antonio vede Maria come colei che dona «la vita ai martiri, il perdono ai disperati, la grazia ai penitenti, la gloria ai giusti».

 

Un'altra categoria di persone con cui Maria è in rapporto è la grande massa dei fedeli, laici o prelati, ma tutti sempre in pericolo di cadere. Antonio esorta a rivolgersi a lei, alla Signora nostra, colei che per noi è sempre un castello sicuro, una città di rifugio, una torre di fortezza, un'arca in cui, come in quella di Noè, l'umanità può essere salvata: «Va' da lei», esorta Antonio a tutti e a ciascuno. Siamo tutti in mezzo al mare tempestoso della vita: Antonio vede Maria sorella nostra anche in mezzo a questo mare, e la chiama mare amaro; ma sa che ella è accanto ai suoi figli per condurli alla salvezza come la stella del mare che indica la strada ai naviganti. E sa che nella fame che dilania il mondo, fame di cibo e di verità, gli uomini possono rivolgersi a lei, casa del pane oltre che casa di Dio. Casa del pane che è Cristo, per cui Antonio eleva il suo ringraziamento: «Ti ringrazio, Vergine gloriosa, perché per mezzo tuo Dio e con noi».

 

Ma nella chiesa ci sono anche i giusti, i santi. Guardando a Maria trovano il modello della santità, vedono colei che è la nostra luce, la tutta bella, la sposa del Cantico. Attraverso di lei, porta del cielo, porta del paradiso, gli uomini possono raggiungere la felicità. Maria, dice Antonio, è la nostra Ester che entra coraggiosamente dal re e salva il suo popolo; è la nostra Giuditta, che taglia la testa al male e fa esultare di gioia; è la nostra Rachele, la vergine che diviene madre del popolo; ed è la nuova Eva che dona la vita ai figli della salvezza. Antonio non si stanca di chiamare Maria con il suo nome amabile, non ha timore di rivolgersi a lei benché sia la regina nostra, la principessa nostra, perché ella e anche la nostra terra da cui abbiamo ricevuto la vita, la verga fiorita, il pollone d'Israele germogliato per l'eternità. Se il paradiso terrestre che Dio aveva donato agli uomini ci fu tolto, ci è stata poi data Maria, nuovo paradiso, paradiso di letizia.

 

Quanto riferito è poca cosa rispetto alle tante riflessioni che il santo pone su Maria, la Madre. Quanto qui scritto è pochissimo rispetto alla ricchezza delle riflessioni di Antonio. Ma certamente dobbiamo imparare ad amare Maria e soprattutto a farla diventare la Signora da seguire per giungere a Gesù.

 

Don Vito Marino