Pubblicato il: 29 maggio 2018

Archiviato il: 09 giugno 2018

Don Tonino sempre tra noi

 


La figura di S. E. Mons. Antonio Bello, per tutti “don Tonino”, è da sempre stata presente nella pastorale della nostra confraternita. Un profilo, quello del vescovo salentino, molto simile a quello di Antonio di Padova, anzi per certi versi lo completa proiettando gli insegnamenti del frate lisbonese nella storia dei nostri giorni.

 

Tante le attività che in questi anni, nel nome di don Tonino, sono state svolte dal nostro Sodalizio. Tanti anche gli articoli e gli spunti di riflessione che il Si Quaeris ha raccolto nei suoi XIII anni di vita. Nel giugno 2006 il confratello Domenico Pasculli ha tracciato il profilo di un vescovo molto vicino alle realtà confraternali al punto che il sodalizio antoniano stesso lo annoverò tra i Confratelli Onorari. Il presule di fronte a questa notizia così scriveva: «In visita pastorale nella Parrocchia di san Corrado stasera 28 novembre 1991 mi sono fermato con l’Arciconfraternita di sant’Antonio con cui ho celebrato la Santa Messa. I confratelli, sorprendendomi, mi hanno aggregato al loro sodalizio con mio grande piacere. Spero che essi mi aiutino ad essere più buono ed a seguire più da vicino il comune patrono».

 

Nel giugno 2007 il sottoscritto analizzava le tante similitudini che accomunano il vescovo molfettese e Sant’Antonio: entrambi hanno sposato l’ideale di povertà francescana per vivere appieno la povertà degli ultimi in cui risiede il vero volto del Signore, entrambi innamorati di Maria l’“eccelsa sopra le stelle”, entrambi figure scomode nei confronti di una società guidata dalle logiche del profitto, entrambi profondi conoscitori delle sacre scritture.

 

A gennaio 2008 don Nicola Azzolini (già padre spirituale del sodalizio) attraverso le pagine del Si Quaris annunciava l’inizio dell’iter per la causa di beatificazione di Mons. Antonio Bello: «la nostra confraternita prova tanta gioia per la notizia, perché don Tonino ha voluto sempre bene al nostro sodalizio. Durante gli anni del suo episcopato non ha mai mancato di visitare la confraternita durante la Tredicina in onore del santo di Padova e di illuminarci e guidarci con la sua parola carismatica». Nell’aprile del 2008, Mons. Tommaso Tridente descrivendo il profilo della «stella del Salento» si soffermava sulla sua capacità di «profumare di popolo»: «amava stare tra la gente con l’orecchio teso ai bisogni del popolo e con le mani forate nel donare. La sua fede fu eroicamente provata quando, dal letto del dolore, don Tonino continuò a farsi pane spezzato, ammirando tutti per il dono del conforto che dava mentre era nel bisogno di riceverlo».

 

Nello stesso 2008, nel mese di giugno, il sottoscritto riportava sulle pagine del nostro foglio informativo un episodio tramandatogli dai Confratelli più anziani: «Correva l’anno 1987, all’epoca dei fatti il centro storico toccava forse i punti più tenebrosi della sua storia più recente. Al degrado strutturale si accompagnava, di conseguenza, una situazione sociale molto difficile. Tra le vittime di questa situazione c’era anche una vecchina che dalla finestrella della sua abitazione lasciava cadere una corda con un secchio nella speranza che qualche volontario lo riempisse d’acqua dalla fontanella. Il vescovo carpì subito la delicatezza dello scenario e vi scattò una foto nel suo cuore. Poi provò a passarcela: “Non ha senso fare la processione di Sant’Antonio senza aiutare quella vecchietta che attende alla finestra”».

 

Il numero di agosto 2010 è interamente dedicato al ricordo del confratello Luigi Bisceglia sulla costruzione di una ringhiera di circa 40 metri quadrati per la C.A.S.A.: «Il Priore, visto che esercitava la professione di muratore, si offrì di costruire i bagni e io, inizialmente, avrei dovuto solo aiutarlo. In seguito, però, visto che occorreva realizzare una ringhiera per la grande veranda, fu lo stesso priore a presentarmi al capo economo della C.A.S.A come il papabile “costruttore” della stessa. Accettai, confidando nell’aiuto di alcuni confratelli. [...] Ricordo con gioia il giorno in cui io e l’economo ci recammo a Terlizzi per acquistare il ferro occorrente, ci accompagnò anche il vescovo, il quale, saputo che avrei dovuto trasportare da solo il materiale fino a Molfetta nella mia officina, si offrì di aiutarmi. In quel momento, guardandolo con stupore mi resi conto del grande «uomo» che avevo di fronte. […] Quando si fa qualcosa per gli altri e soprattutto non per fini di lucro, ci si sente una persona migliore e in pace con se stessi».

 

Tra giugno e luglio del 2014 le pagine del «Si Quaeris» hanno riportato l’intera trascrizione dell’omelia di Mons. Bello tenutasi in occasione del 375° anniversario della Fondazione del Sodalizio, il 13 giugno 1987: «Come mai la figura di quest’uomo ha scavalcato tutti questi secoli ed è giunta fino a noi? E noi oggi, pur trovandoci in una giornata feriale, in una giornata lavorativa, gremiamo la chiesa più di quanto non avvenga la domenica. Perciò io vorrei dare una mia interpretazione: forse Sant’Antonio si è convertito al popolo. [...] Come Francesco d’Assisi, chiedeva alla gente che mettesse in pratica il vangelo “sine glossa”, cioè senza molte annotazioni, il Vangelo per intero così come sta scritto. [...] Adesso il Vangelo lo abbiamo ingessato, lo abbiamo cinturato con tutte queste cose. Le ingessature servono per proteggere: invece la Parola del Vangelo dovrebbe essere un boomerang che noi lanciamo e ci ritorna addosso. [...] Facciamo tante violenza oggi, siamo immersi in ben altri problemi, però se noi assumiamo lo spirito di Antonio di Padova noi sapremmo far fronte anche a queste difficoltà del mondo contemporaneo».

 

Nel novembre 2017 il priore Nicola Giovine annunciava la volontà di offrire sul foglio informativo Si Quaeris «un piccolo contributo di memoria viva della presenza di don Tonino nella nostra comunità confraternale». In quella stessa occasione, il Priore raccontava della prima presenza del Vescovo in Confraternita, avvenuta per la festa di sant’Antonio del 1984, invitato dal Priore Michele Scardigno. Di particolare fascino l’omelia che tenne durante la solenne celebrazione e che invitava a «scorgere Gesù di Nazareth davanti a sant’Antonio!». Il mese seguente, il Confratello Domenico Pasculli raccontava tutti gli aspetti salienti che videro il coinvolgimento del Vescovo durante la missione antoniana del giugno 1987 che vide la presenza tra noi dei frati patavini Luciano Marini e Antonio Guizzo. Significativa anche la preghiera che il presule fece a favore del sodalizio: «Vogliamo fare una preghiera particolare per la confraternita di Sant’Antonio, nella cui vita ci sembra di cogliere anche i segni del rinnovamento, all’apertura dei segni nuovi dei tempi. Perché possiate proseguire in questo cammino in sintonia con la chiesa intera. È perché sull’esempio di Sant’Antonio possiate anche voi fare questi cambi radicali. queste conversioni al popolo. Per questo noi ti preghiamo Signore».

 

A febbraio di quest’anno, il sottoscritto ha ricordato il decisivo impegno di don Tonino per la concessione delle indulgenze agli aderenti del sodalizio: «Il Vescovo annunciava con piena gioia che la Sacra Penitenzeria Apostolica, accogliendo le suppliche dello stesso pastore, con rescritto del 3 dicembre 1988, concedeva a tutti i confratelli della Venerabile Confraternita di Sant’Antonio di Padova della città di Molfetta l’indulgenza plenaria nel giorno della loro ammissione al Sodalizio qualora questi ultimi esprimessero o rinnovassero, in forma pubblica o privata, il proposito di osservare gli statuti confraternali».

 

Il mese seguente sempre il confratello Domenico Pasculli ha ricordato gli sforzi di don Tonino per dotare le confraternite degli atti normativi che regolano queste associazioni: «Don Tonino usò sempre benevolenza nei nostri confronti e, approvando il nostro Regolamento in un momento particolare del cammino confraternale, consentì l’accrescere della fiducia nei nostri mezzi e nella nostra buona volontà».

 

Tanti i riferimenti ai vari anniversari del dies natalis dell’episcopo, su tutti nel numero di maggio 2013 la redazione così si esprimeva: «Dolce il tuo nome, sublime il tuo ricordo». Ma, soprattutto, tanti gli scritti di don Tonino che sono stati riportati tra le pagine di questo mensile, allo scopo di fornire ai lettori importanti spunti di riflessione, come gli “Auguri Scomodi” del dicembre 2005, “Maria, Vergine del mattino” del maggio 2009, “Fratello Marocchino” del febbraio 2010 e “La pace come verità” dell’ottobre 2014. Don Tonino è, quindi, parte viva del presente cammino confraternale: il suo esempio di vita è fervido modello per ciascun confratello. Da Antonio di Padova ad Antonio di Alessano: un’assonanza, dunque, che va oltre il semplice nome in comune.

 

Sergio Pignatelli