Compiti del Sacrista durante la Tredicina
Come consuetudine, anche in quest’anno liturgico 2018, i confratelli, le consorelle ed i fedeli tutti hanno partecipato alla Solenne Tredicina che precede la festa del nostro protettore Sant’Antonio, il quale, con la sua straordinaria santità, riesce ancor oggi a farci innamorare di Gesù Cristo.
A tal proposito dobbiamo fare tesoro delle parole del nostro confratello onorario don Tonino Bello che, in occasione di una sua partecipazione ai festeggiamenti antoniani, da lui stesso definiti “festosi” nella solennità spirituale ma “sobri” nella loro esteriorità, fece a noi confratelli l’augurio di “cadenzare i nostri passi sui ritmi segnati dalla Chiesa e percepire la novità a cui il Signore ogni volta ci chiama.”
Io, personalmente, in qualità di sacrista cerco quotidianamente con generosità e devozione di formare i confratelli che desiderano servire la messa in qualità di ministranti ricordando loro di essere soggetti attivi nella liturgia e di essere composti, attenti e defilati in modo da aiutare l’assemblea dei fedeli a pregare e mantenere la concentrazione.
Nella liturgia il protagonista non è come potremmo pensare il Sacerdote ma bensì il Signore nascosto nei gesti, nelle parole e nei segni dell’officiante. Oltre alla preparazione dei ministranti, mi occupo di organizzare, preparare e provare assieme ai confratelli e alle consorelle i vari momenti della liturgia avvalendoci di quanto minuziosamente trascritto nell’apposito manuale del confratello ministrante nel quale, nei diversi capitoli, sono elencati gli arredi liturgici, le suppellettili, gli elementi eucaristici e le istruzioni (capitolo IV) da seguire in occasione delle varie celebrazioni ed in particolar modo durante la Tredicina.
Il citato manuale è stato pubblicato il 13 giugno 2016 grazie ai consigli del Padre Spirituale don Vito Marino, approvato dall’amministrazione del priore Sergio Pignatelli e redatto dal segretario pro-tempore Marcello la Forgia a cui do merito di aver sapientemente trascritto i miei appunti personali. In occasione della Tredicina mi procuro tutti i materiali che servono come: la cera liquida, le candele, l’incenso, le pasticche di carbone per navicella e turibolo, il vino, le ostie magne e piccole e i ceri per il Santissimo Sacramento.
Altra mia premura è quella di chiedere la collaborazione del confratello elettricista Paolo Belgiovine per supervisionare l’impianto audio della chiesa, dalla carica delle pile del microfono al volume delle casse, e l’impianto luci in modo da creare un’atmosfera di festività. Preparo anche i foglietti contenenti i nominativi dei defunti che ogni sera il sacerdote nomina durante la Liturgia Eucaristica. Durante la Tredicina viene usato l’ostensorio confraternale per l’Adorazione Eucaristica pertanto, in anticipo, lo prelevo dalla curia vescovile dove è custodito.
Preparo, inoltre, la teca contente la lunetta porta ostia magna che il celebrante inserisce poi nell’ostensorio per poi ritirare dopo la benedizione eucaristica e riporre nel tabernacolo. Preparo, altresì, un calendario liturgico personale in cui annoto le letture con relativa indicazione delle pagine del messale romano posto aperto sul leggio e i lezionari divisi per categorie: i giorni feriali, i giorni festivi, le feste dei santi, ecc., da porre sull’ambone. Preparo i paramenti per i sacerdoti ospiti durante il giorno della festa aiutandoli nella vestizione e anche il piviale con il velo omerale che serve al celebrante durante l’adorazione eucaristica. Il giorno prima dell’inizio della Tredicina, con la collaborazione delle zelatrici e della loro presidentessa, stabiliamo come tenere pulita la nostra piccola chiesa, che nei giorni successivi sarà meta devozionale di una moltitudine di fedeli.
Lo stesso giorno addobbiamo con fiori il simulacro riposto nei giorni antecedenti nel presbiterio sull’altare del tabernacolo. Ogni giorno della Tredicina è mia premura assicurarmi che tutto sia ben predisposto al fine del corretto svolgimento della Santa Messa e scelgo in anticipo i lettori che ogni giorno proclameranno sia la parola di Dio che la preghiera dei fedeli assicurandomi di volta in volta che siano vestiti in modo dignitoso per salire sul presbiterio e accedere all’ambone.
E’ doveroso ricordare che, nel corso delle celebrazioni liturgiche della Tredicina, sono coadiuvato dal confratello Domenico che, come me, vi partecipa con devozione e in segno di ringraziamento verso il Santo.
Al termine della messa mio ulteriore compito è quello di sgomberare l’altare e la mensa offertoriale. Dopodiché mi preoccupo di preparare nuovamente l’altare per l’adorazione eucaristica serale ponendo al centro dell’altare il trono porta ostensorio circondato dai lumi preparati in precedenza.
La sera, ho anche il compito di tenere sempre acceso il turibolo e poi porgerlo al momento opportuno al confratello turiferario che incenserà l’ostensorio affiancato dal confratello che porta la navicella con l’incenso.
Quanto ho appena descritto serve ad illustrare quelli che sono i miei compiti di sacrista (non di certo un mestiere ma sicuramente una vocazione) che svolgo ormai da 18 anni. Compiti che non vanno considerati come dei “doveri” ma che svolgo con zelo e devozione per dare supporto al nostro padre spirituale.
Luigi Bisceglia (Sacrista)