Il tesoro più importante di Sant’Antonio: i Bambini
Sant'Antonio, durante la sua vita terrena, ha sempre avuto una particolare predilezione per i bambini. Non a caso, i protagonisti di molti dei sui più celebri miracoli sono proprio i bambini. Per questo, nei secoli, si è radicata la tradizione di affidare i più piccoli, fin dalla nascita, alla sua protezione.
A Molfetta, questa usanza è stata sempre curata con particolare attenzione dal nostro Sodalizio. I genitori, i nonni, gli zii iscrivevano (e iscrivono) i propri pargoli alla nostra Confraternita certi, che così facendo, Sant’Antonio vegliasse, ancor più da vicino, sulle loro vite. Oltre a questa consuetudine, soprattutto in passato, alcuni genitori facevano indossare ai bambini il saio francescano per ringraziare il Santo della protezione ricevuta e farla conoscere agli altri.
Un altro gesto tipico, associato all’affidamento dei bambini al Santo, è quello di condividere il pane votivo il giorno dell’adesione del bambino al Sodalizio, perpetuando ciò che avvenne durante quello che viene conosciuto come «Il miracolo della risuscitazione di Tommasino». Dalla Rigaldina (11, 69-79): «Un bimbo di venti mesi, di nome Tomasino, i cui genitori avevano l’abitazione vicino alla chiesa del beato Antonio, in Padova, fu lasciato incautamente da sua madre accanto ad un recipiente pieno d’acqua. Si mise a fare nell’acqua giochi infantili e forse, vedendoci riflessa la sua immagine e volendo inseguirla, precipitò nel recipiente testa all’ingiù e piedi in alto. Siccome era piccino e non poteva sbrogliarsi, ben presto vi rimase affogato. Trascorso breve tempo, la madre ebbe sbrigate le sue faccende, e vedendo la lontano i piedi del bimbo emergere da quel recipiente, si precipitò urlando forte con voce di pianto e trasse fuori il piccino. Lo trovò tutto rigido e freddo, perché era morto annegato. A tale spettacolo gemendo di angoscia, mise sossopra tutto il vicinato con i suoi lamenti ad alta voce. Molte persone accorsero sul posto, e tra queste alcuni frati minori insieme con operai, che a quel tempo lavoravano a certe riparazioni nella chiesa del beato Antonio. Quando ebbero veduto che il bambino era sicuramente morto, partecipando alla sofferenza e alle lacrime della madre, essi si ritirarono come feriti dalla spada del dispiacere. La madre tuttavia sebbene l’angoscia le straziasse il cuore, prese a riflettere sugli stupendi miracoli del beato Antonio, e ne invocò l’aiuto onde facesse rivivere il figlio morto. Aggiunse anche un voto: che darebbe ai poveri la quantità di grano corrispondente al peso del bimbo, se il beato Antonio lo avesse risuscitato. Dal tramonto fino alla mezzanotte il piccolo giacque morto, la madre continuando senza sosta ad invocare il soccorso del beato Antonio e replicando assiduamente il voto, allorché, - cosa mirabile a dirsi! – il bimbo morto riebbe vita e piena salute».
Anche a distanza di 8 secoli, i bambini continuano ad essere i più grandi devoti del Santo. A Lui il Signore ha riservato il compito di proteggerli per l’eternità, un compito affidatogli probabilmente durante l’apparizione nella cella del Conte Tiso, dove l’Altissimo gli si mostrò proprio nei panni di un bambino. Un Santo straordinario, ma allo stesso tempo semplice perché l’unica arma che conquista i bambini è proprio la semplicità. È per questo che i fanciulli lo vedono e sentono come un amico accogliente e confidente. E furono proprio i bambini a dare l’annuncio della morte del Santo, al crepuscolo del 13 giugno, riversandosi tra le strade di Padova e gridando: «È morto il padre santo! È morto sant’Antonio!». Anche i frati che stavano assistendo il frate morente furono spiazzati da questo episodio dato che loro avrebbero volentieri evitato la diffusione immediata della notizia per scongiurare l’arrivo incontrollato di grosse folle di popolo devoto.
Sant’Antonio non si limita a proteggere i bambini: insegna loro anche a pregare e affidare al Signore la vita dei propri genitori, dei fratelli, dei nonni. Tante le testimonianze raccolte durante la scorsa Tredicina di bambini che affidano al Santo la salute dei propri cari, la pace delle loro famiglie, la stabilità lavorativa dei propri padri. È per questo che la nostra Confraternita deve preservare con molta attenzione questo enorme tesoro umano che custodisce da secoli, più importante di qualsiasi altro bene materiale che possiede. Sono i bambini la luce più grande che ci parla di questo Santo prodigioso.
Se vogliamo che il Signore ascolti più velocemente le nostre suppliche, prima ancora che implorarlo, proviamo a donare un sorriso ad un bambino perché, come Egli ci ha insegnato, le preghiere dei Bambini arrivano prima all’Eterno e chi avrà fatto felice un bambino avrà fatto felice Dio stesso.
Assicuriamo, dunque, questo tesoro umano al Santo dei Bambini con la preghiera di affidamento a loro dedicata: «O glorioso Sant'Antonio, specialissimo Protettore dei bimbi e dei fanciulli, a te ricorro con piena fiducia e fede nel chiederti Protezione per questa creatura che a me sta tanto a cuore. Tutti riconoscono in te la “ purezza” evidenziata dal bel giglio bianco e l’amore che nutri per i bimbi in espressione del “Bimbo Gesù” che porti tra le braccia. Non guardare a me e a i miei peccati, ma concedimi il tuo fraterno aiuto ed intercedi per me presso il Signore. Amen».
Sergio Pignatelli