Ecco il nuovo Pastore della Diocesi: è Mons. Domenico Cornacchia
«Mi pregio di comunicare, alla Signoria Vostra Reverenda, che il Santo Padre ha nominato Sua Eccellenza, Mons. Domenico Cornacchia, attualmente Vescovo della Diocesi di Lucera - Troia, nuovo Vescovo di Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi».
Con queste poche parole, nucleo centrale della lettera ricevuta dalla Santa Sede, Mons. Ignazio de Gioia, Amministratore diocesano, ha annunciato al clero presente il nome del nuovo Vescovo della nostra Diocesi: Mons. Domenico Cornacchia, attualmente Vescovo della Diocesi di Lucera - Troia. La notizia è stata accolta con uno scrosciante applauso.
Dopo la tristezza e lo sgomento per la improvvisa perdita di Mons. Luigi Martella (luglio 2015), e poi, dopo quasi 4 mesi, dell’amministrazione diocesano, Mons. Domenico Amato (ottobre 2015), la nostra Diocesi. «Carissimi fratelli e sorelle, sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi permanenti, consacrati laici, seminaristi del Seminario Maggiore e Minore, giovani, autorità civili e militari, marittimi, con fiducia e trepidazione busso alla porta del vostro cuore e delle vostre case! Chiedo umilmente di farmi spazio! Nel mio cuore, ci siete già, vi sento come il più bel dono che Dio mi ha fatto, all’inizio di questo nuovo anno! Vi saluto tutti e ciascuno, con particolare affetto»: così esordisce Mons. Cornacchia nel messaggio di saluto alla Diocesi (inviato poche ore dopo la lettura della missiva pontificia). Pur se solo nelle parole, manifesta la sua letizia nel poter seder guidare la Diocesi del Servo di Dio Mons. Antonio Bello. Non è mancato il ricordo di Mons. Luigi Martella, suo carissimo amico, e «dell’indimenticabile, infaticabile e zelante» Mons. Mimmo Amato.
«Cammineremo insieme, senza perderci di vista; nella cooperazione e nella condivisione di ciò che siamo ed abbiamo; sempre, nella carità e nella verità; nell’umiltà e nell’autenticità», un passaggio del messaggio che ribadisce alcune delle caratteristiche di questo imminente episcopato: cooperazione, condivisione, umiltà e autenticità, carità e verità, perché, proprio come si legge nella Lettera di Giacomo 2,26 (“la fede, senza le opere è morta”), «di noi, devono tacere le parole e parlare le opere». Intanto, fino alla presa in possesso della nostra Diocesi, Mons. Cornacchia sarà Amministratore apostolica di quella di Lucera - Troia.
Un ringraziamento doveroso a Mons. Ignazio de Gioia per il suo instancabile lavoro di questi mesi. Adesso si attende la comunicazione della data in cui sarà celebrato l’insediamento di Mons. Cornacchia, non prima che questi abbia incontrato il clero diocesano. Senza dubbio, il rito si dovrebbe svolgere entro il prossimo 15 marzo, nel rispetto delle indicazioni normative della Santa Sede.
Il primo messaggio del nuovo Vescovo si è chiuso con un invito a pregare per lui: preghiera che la Confraternita di Sant’Antonio mai farà mancare al nuovo Pastore, affinché il Signore lo preservi e renda fecondo il suo ministero episcopale.
Biografia
Mons. Domenico Cornacchia è nato ad Altamura il 13 febbraio 1950. Ha frequentato la scuola media e il ginnasio presso il Seminario Arcivescovile di Bari e quelli liceali presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta. Ha compiuto gli studi filosofico-teologici presso il Seminario Romano Maggiore.
Nel 1974 ha conseguito il baccellierato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense e, nel 1976, la licenza in Teologia Spirituale presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha concluso l'iter accademico con il dottorato in Teologia Spirituale presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli.
È stato ordinato presbitero il 24 aprile 1976. Durante il suo ministero sacerdotale ha ricoperto vari incarichi: vicario cooperatore della parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Altamura (1976-1984), parroco della stessa parrocchia (1984-1993), insegnante di religione presso il locale Liceo Scientifico Federico II (1977-1995), assistente diocesano dei giovani di Azione cattolica (1977-1982), padre spirituale presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta (1993-2005), docente di Teologia Spirituale presso la Facoltà Teologica Pugliese (1984-2007); parroco della Parrocchia Santissimo Redentore di Altamura (2005-2007).
Spiegazione dello stemma e del motto
Lo stemma di S. Ecc.za Mons. Domenico Cornacchia presenta uno scudo di foggia gotica e una croce in oro, con quattro piccoli lobi lanceolati all'inserzione dell'asta con il traverso, per indicare i raggi, e gemmata con cinque pietre rosse a simboleggiare le piaghe di Cristo. In particolare, la blasona tura è caratterizzata da un pellicano con la sua pietà al naturale, sanguinoso di rosso, da una stella del campo, a destra, e da una fiamma dello stesso, a sinistra.
Senza dubbio, il rosso è il colore dell'amore, della carità e del sangue: un amore così forte da indurre il Padre ad inviare il Figlio, che versa il Suo sangue per l'umanità tutta. Questo concetto viene ripreso dal pellicano, che - in assenza di cibo - nutre i suoi figli con il proprio sangue. Inoltre, il Pie pelicane è simbolo cristologico usato dagli antichi e spesso richiamato nelle composizioni medievali.
L'oro, invece, simboleggia la prima virtù, la Fede: infatti, è grazie alla Fede che possiamo comprendere il messaggio d'amore estremo del pellicano, del Cristo. Peraltro, la scelta degli "smalti" rosso e oro esprime un segno di filiale devozione al santo padre Benedetto XVI, perché essi caratterizzano anche lo stemma del Papa.
La stella, classico simbolo mariano, simboleggia l'Assunta, alla cui materna protezione il nuovo Vescovo affida il suo ministero. Lo Spirito Santo, infine, è rappresentato nella forma pentecostale della fiamma.
Le parole scelte da Mons. Cornacchia per il suo motto episcopale sono tratte dal Libro dei Salmi (cf. Sal 100,2) ed esprimono la sintesi del programma pastorale su cui si articolerà il suo ministero episcopale: accompagnare quotidianamente il servizio al Signore con il sentimento della letizia e del gaudio.