Tredicina 2016, un tempo fecondo di grazia per la Confraternita
È stato un periodo di grazia quello vissuto dalla
Confraternita e da tutti i devoti antoniani dal 31 maggio (inizio della Tredicina) fino al 19 giugno, giorno della festa esterna. Un periodo in cui l’attenzione si è focalizzata non solo su Sant’Antonio, ma soprattutto su Gesù Eucarestia e sulla Parola di Dio.
Infatti, durante la Liturgia della Parola, caratterizzata dall’esposizione dell’Eucarestia e dalla successiva adorazione comunitaria, l’Assistente spirituale del Sodalizio, don Vito Marino, mediante la lettura di alcuni passi tratti dagli scritti del Santo patavino, ha guidato la riflessione su numerosi temi, tutti aventi come fulcro la figura di Gesù.
La Liturgia della Parola
«Oggi sono i poveri, i semplici, gli umili che hanno sete della parola di vita e dell’acqua della sapienza. Al contrario, i mondani, che s’inebriano col calice d’oro del vizio, i saputi, i consiglieri dei potenti non si lasciano annunciare il messaggio divino» (Sermones, I): è evidente l’invito di Antonio ad essere umili e semplici di cuore. L’umiltà, che deve caratterizzare la vita dei Confratelli antoniani, è caratteristica fondamentale dell'autentica vita cristiana perché è “dimora della carità”. «Cristo è verità: in Cristo rifulsero povertà, obbedienza, umiltà. Chi si scandalizza di queste virtù, si scandalizza di Cristo - scrive Antonio nei Semones -. […] I poveri in spirito sono il popolo di Dio. Staccati dalle cose terrestri, nelle altezze della povertà, essi contemplano il Figlio di Dio nei misteri della sua vita e nella gloria del cielo».
Numerose sono state le tematiche trattate nei giorni della Tredicina (la sofferenza, i poveri, la carità, la figura del taumaturgo, la carità verso il prossimo, la comunità ecclesiale, ecc.), ma è bene ricordare tre, in particolare: il mistero del peccato, la confessione e l’Eucarestia. «Ogni volta che il cristiano commette il peccato grave-mortale, imprime nella sua anima l’immagine di satana […]. La vera morte è la separazione dell’uomo da Dio, il peccato. […] Quando l’uomo si mette in stato di peccato grave, si annienta; viene infatti a mancare in lui la grazia di Dio, che è l’essere per natura. Solo con la grazia l’uomo riacquista la dignità di nuova creatura». Se il peccato è «un’azione abominevole» che offende Dio, «dà la morte a chi lo compie e scandalizza il prossimo», con la confessione si ottiene la remissione dei peccati, l’infusione della grazia, la rimunerazione della vita eterna, scrive Antonio. «Il sacramento della penitenza è chiamato “casa di Dio”, perché i peccatori vi si riconciliano con lui, come il figliol prodigo si riconcilia con il padre suo. È pure chiamato “porta del Paradiso”, poiché attraverso la confessione il penitente viene introdotto a baciare i piedi, le mani, il volto del Padre Celeste».
E la confessione è necessaria per potersi comunicare con Dio. Sarebbe straordinario se, vivendo l’Eucarestia e credendo fermamente e per davvero che quel pezzo di pane azzimo sia Gesù tra noi, proprio sull’esempio di Sant’Antonio, diventassimo, come Confratelli e come laici, testimonianza d’amore e proposta viva di salvezza. «Il corpo di Cristo, a coloro che lo ricevono degnamente, apporta il frutto di una duplice ricchezza: mitiga le tentazioni e suscita il fervore; addolcisce le amarezze e alimenta la devozione, perciò è raffigurato, nel libro del Deuteronomio, nella “terra che produce latte e miele”. È questo il pane che Gesù presentò ai suoi discepoli e che li rese vittoriosi nei patimenti».
Lo stesso don Vito Marino ha più volte ribadito l’importanza dell’Eucarestia, invitando tutti i Confratelli e i fedeli a riflettere sul valore che le conferiamo e sugli atteggiamenti che dobbiamo praticare di fronte l’Eucarestia. Non ci si deve accostare a ricevere Gesù con indifferenza, come se avesse bisogno di quel pezzettino di pane per sentirsi a posto, senza poi osservare, praticare e testimoniare il Vangelo.
13 giugno, la celebrazione del Vescovo
«Sant’Antonio è stato un grande predicatore della Parola, del vangelo. Sentiamo come rivolta a noi la parola del Vangelo, perché testimoniare Cristo significa testimoniare il Vangelo, applicarlo nella vita quotidiana. Sull’esempio di Sant’Antonio, dobbiamo prendere più seriamente le parole del Vangelo. Dobbiamo profumare di Vangelo, ovvero dobbiamo essere testimoni coerenti e credili della parola di Gesù». Con queste parole Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo della nostra Diocesi, ha concluso la sua omelia durante la Santa Messa del 13 giugno nella Chiesa di Sant’Andrea. Senza dubbio, è stata motivo di grande giubilo per il Sodalizio la presenza di Mons. Cornacchia che, con le sue parole conclusive, ha focalizzato l’attenzione proprio sulla figura di Gesù Bambino e, dunque, sulla grande importanza l’Eucarestia che riveste per i cristiani.
Il 13 giugno, oltre ad essere giorno della solennità di Sant’Antonio, si carica di un duplice significato, quello della carità: infatti, un piccolo gruppo di Confratelli, visita gli ammalati e offre loro la possibilità, con la presenza di un sacerdote o un diacono, di potersi confessare e comunicare con Dio. Allo stesso tempo, il pane votivo è offerto ai poveri del quartiere e, laddove possibile, di altre zone, mentre alcune zelatrici visitano gli ammalati dell’ospedale e dei centri anziani. Per altro, come stabilito dal Servo di dio, Mons. Antonio Bello, i Confratelli che partecipano a questo impartente iniziativa godono della indulgenza parziale, mentre come ratificato dalla Penitenzieria Apostolica i fedeli potranno lucrare l’indulgenza plenaria se avranno recato visita all’immagine del Santo nella Chiesa di Sant’Andrea, si saranno confessati e avranno preso parte alle sacre funzioni concludendo con il Padre Nostro, il Credo e le litanie alla Beata Vergine Maria e Sant’Antonio.
Le giornate dedicate e il Giubileo
Quest’anno i solenni festeggiamenti in onore di Sant’Antonio si sono arricchiti non solo del Giubileo Confraternale, svoltosi il 5 giugno con la celebrazione della Santa Messa in Cattedrale, ma, anche di alcune Giornate dedicate al suffragio dei Confratelli e delle Consorelle defunti (martedì 14 giugno), alla Famiglia e alla Vita Consacrata(mercoledì 15 giugno, quando sono state anche ufficialmente ammesse le nuove Consorelle Devote), ai fanciulli (giovedì 16 giugno, quando sono stati anche ammessi i nuovi Confratelli Devoti minorenni e le nuove Consorelle Devote minorenni) e agli Anziani, agli Ammalati, alle vittime delle povertà materiali e spirituali (venerdì 17 giugno), mentre sabato 18 giugno, dopo la Santa messa, è stata officiata la Liturgia dei Simboli.
Tra queste, la celebrazione della Giornata dedicata ai fanciulli è stata quella più vissuta e partecipata: numerosi i bambini presenti, con le loro famiglie. In quest’occasione, non solo è stata recitata la Tredicina dei bambini, ma gli stessi sono stati affidati alla protezione di Sant’Antonio. Senza dubbio, sarà opportuno che anche per la Tredicina del 2017 sia organizzata una celebrazione dedicata ai fanciulli, in modo tale che la partecipazione possa essere sempre più numerosa.