Sacra Rappresentazione, la "liturgia" della Passione di Gesù
Molto spesso, nella lingua italiana, ci capita di non essere in grado di mettere a confronto due termini e di darne le relative definizioni, soprattutto per mancanza di conoscenza. Ci sono termini apparentemente simili tra loro dal punto di vista lessicale, ma dai significati totalmente diversi. È il caso di due parole centrali nella vita di un cristiano che vengono ripetute di frequente soprattutto nel mondo ecclesiastico: si tratta della parola “teologia” e della parola “liturgia”.
Il termine “teologia” proviene dal greco antico (θεολογία, Theología) ed è formata da due parole distinte: θεός, Theos, cioè “Dio” e λόγος, logos, cioè “parola", "discorso" o "indagine”. Essa può essere definita come una scienza o una dottrina che si occupa della riflessione della religione cristiana e su tutto ciò che riguarda Dio. Chi studia questa dottrina viene chiamato teologo, una figura relativamente importante, che con la sua sapienza ci aiuta a capire e ad approfondire verità di fede circa elementi teologici come Passione, Morte, Risurrezione e Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Al contempo, il termine "liturgia" può essere definita come un’azione durante la quale si realizzano certi eventi salvifici come il mistero di Morte e Risurrezione di Gesù Cristo.
Lo scopo principale della liturgia è quello di rappresentare il contenuto religioso (l’aspetto teologico) in maniera visibile, di rendere l’evento comprensibile anche al popolo semplice. Per questo motivo nascono le Sacre Rappresentazioni, in cui si raccontano non fatti puramente coreografici, ma fatti di fede con un proprio significato teologico, proprio come accade per la Sacra Rappresentazione realizzata dalla Confraternita di Sant’Antonio. La prima Sacra Rappresentazione venne allestita durante le festività natalizie e rappresentava la Natività cioè il presepe: essa ebbe origine nell’epoca di San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greggio, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da papa Onorio III.
L’aspetto liturgico è legato per certi versi anche alla pietà popolare, attraverso cui vengono manifestati esteriormente sentimenti che già viviamo durante la messa. Durante la Settimana Santa, ad esempio, riviviamo la passione di Gesù attraverso l’uscita delle statue per le vie della città o una serie di eventi devozionali che, tuttavia, potrebbero anche perdere, per i cristiani, il loro vero senso profondo, diventando solo sterili atti tradizionali.