Anno 2015, la Relazione del Priore
Carissimi confratelli,
“La strada è tanto lunga e tanto dura.” Così si esprime il ritornello del canto “Viaggio nella vita” tanto caro all’accompagnamento delle nostre liturgie. Lo ruberò un attimo alle solennità eucaristiche per racchiudere il messaggio di un anno molto intenso e pregno di attività ma che ha lasciato, almeno dentro di me, un senso di incompiuto.
Sono stati dodici mesi pieni di emozioni che si sono aperti, di fatto, con lo straordinario pellegrinaggio delle reliquie del nostro Santo protettore giunte nella nostra città per solennizzare la Festa della Traslazione altresì conosciuta come Festa della Lingua. E’ stato un evento che ha avuto forti benefici, non solo all’esterno con le molteplici celebrazioni e missioni verso ammalati, bambini, indigenti e devoti in genere, ma anche all’interno del Sodalizio stesso. Ho avuto modo di apprezzare la particolare collaborazione che si è stretta tra molti confratelli che si sono messi a disposizione per aiutare a realizzare il fitto programma di appuntamenti che si era stabilito. Senza ombra di dubbio sarà uno dei ricordi più intensi che a fine mandato conserverò nel mio cuore.
Ma è stato anche un anno da ricordare per gli eventi luttuosi che hanno colpito la nostra confraternita e la nostra diocesi. Oltre alla dipartita dei confratelli effettivi Sergio de Pierro e Pantaleo Dragone (priore emerito) non possiamo non ricordare in questo momento il nostro amato vescovo Luigi Martella e l’amministratore diocesano don Mimmo Amato che nel 2015 ci hanno lasciato.
Tra questi eventi però, la vicinanza del Santo lusitano, ha inserito, nella nostra comunità, uno squarcio di gioia nella elezione del nuovo responsabile della cassa pane di Sant’Antonio, Massimo Palombella. A lui, giovane di belle speranze, la responsabilità di ripagare la fiducia del Santo prima ancora che quella dei confratelli. E’ un arrivederci, invece, al confratello Cosimo Pisani che ha svolto egregiamente questo ruolo contribuendo significativamente alla crescita di questa attività della confraternita che, spesso dimenticata da alcuni, rientra nei principi statutari istituiti dai confratelli fondatori.
Abbiamo accolto con gioia anche la richiesta del confratello devoto Antonio Minervini, che, avvicinatosi con passione alle attività della confraternita, ha fatto richiesta di entrare a far parte della famiglia degli effettivi. Resta, invece, la mia delusione interiore nel vedere ancora molti confratelli ai margini del progetto confraternale. Le attività della confraternita sono espressione di coesione di tutto il corpo sodale, non sono “cose dell’amministrazione”, come spesso mi capita di sentire. Con una mano da parte di tutti si riuscirebbero a migliorare tante esperienze che si vivono in questa confraternita e che spesso vanno a gravare sul molto impegno di pochi più che sul poco impegno di molti.
Concludo, augurandomi che questo non sia uno dei tanti discorsi che si fanno perché previsti dal protocollo delle assemblee di febbraio ma che rafforzi veramente le dinamiche del modus operandi di questa comunità. Ah, dimenticavo, non scoraggiamoci, il ritornello del canto che ho citato all’esordio di questo discorso prosegue con una frase di speranza a cui tutti noi dobbiamo attingere: “La strada è tanto lunga e tanto dura però con te nel cuor non ho paura”.