Pubblicato il: 17 dicembre 2016

Archiviato il: 05 febbraio 2017

Presentazione del Priore Sergio Pignatelli, della Confraternita di Sant’Antonio, in occasione del Giubileo Diocesano delle Confraternite

 


La nascita della Confraternita di Sant’Antonio di Padova è legata alla grande devozione che il popolo di Molfetta attribuisce al Santo Lusitano da tempi remoti. Infatti, nell’anno 1637, affidandosi alla protezione del glorioso Sant’Antonio, un gruppo di cittadini molfettesi (in maggior parte marinai e illetterati) decise di costituire la Confraternita di Sant’Antonio di Padova, la cui vita comunitaria si ispirava alle virtù teologali e cardinali del Santo patavino. In particolare, il 5 febbraio 1637, il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali in Roma approvò la costituzione di una «societas», sotto la protezione di Sant’Antonio di Padova, nella chiesa di San Francesco di Molfetta (sita nel borgo e demolita nel 1888).

 

Nonostante l’assenza di risorse materiali e finanziarie, i confratelli si prodigarono ben presto per le opere di carità cristiana. Gli efficaci esempi dei primi devoti spinsero, in breve tempo, molti altri cittadini a credere nelle loro pie attività e ad aggregarsi con devozione al Sodalizio. Da un piccolo seme, la Confraternita di sant’Antonio crebbe diventando velocemente una robusta e ampia pianta.

 

Ad oggi, la Confraternita antoniana molfettese è costituita da oltre 300 Confratelli che non solo provvedono, con abnegazione e scrupolosità, al rafforzamento e alla promozione del culto antoniano locale (formazione spirituale e culturale dei Confratelli, Tredicina, Festa Liturgica, Beato Transito, Festa della Lingua di Sant'Antonio), ma si prodigano in numerose attività collaterali, strettamente legate alle finalità del Sodalizio.

 

A tal proposito, una delle attività più importanti del Sodalizio, è la Cassa Pane Sant’Antonio, che si propone di intervenire in favore dei fratelli bisognosi segnalati dall'Assistente Ecclesiastico, dall'Amministrazione e da singoli Confratelli, in stretta collaborazione anche con la Caritas Parrocchiale. La confraternita, infatti, svolge il suo culto da quasi quattro secoli nella chiesa di Sant’Andrea, fulcro di un centro storico spesso dimenticato dalle istituzioni dove l’operato del Sodalizio diventa anche silenzioso punto di riferimento.

 

Tra le attività confraternali più rilevanti è opportuno ricordare la Sacra Rappresentazione della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo della quale nel 2017 si celebreranno i 25 anni. Non si tratta di una semplice rievocazione della Passione di Cristo dal sapore didascalico, ma di una vera e propria attività formativa per gli stessi Confratelli durante il periodo quaresimale, occasione di riflessione liturgica per chi partecipa e chi vi assiste. L’evento, che si realizza il Martedì Santo nel Centro Antico di Molfetta, è organizzato interamente dalla confraternita con grandi sacrifici da parte dell’Amministrazione pro-tempore e di tutti coloro che si prodigano per la sua realizzazione.

 

Come non rammentare, poi, tra le attività formative confraternali, le catechesi di Avvento e Quaresima, tenute da don Vito Marino, Assistente spirituale del nostro sodalizio.

 

Aggiungo, inoltre, che la Confraternita di Sant’Antonio della Città di Molfetta è non solo aggregata all’Arciconfraternita di Padova dal 1991, godendo dunque degli stessi benefici spirituali, ma gemellata con la Confraternita omonima della Città di Zagarolo. Questo gemellaggio è stato celebrato a Padova nell’ottobre del 2000 e per scelta della nostra comunità confraternale è tutt’oggi l’unico in essere per meglio attivarsi ogni anno in concrete attività caritative a sostegno di soggetti o realtà associative che necessitano di un aiuto materiale e/o spirituale. Tra gli ultimi progetti realizzati si rammentano adozioni a distanza, sostegno all’UNITALSI locale, alla CRI, ad un centro anziani zagarolese e alle popolazioni disagiate dello Sri Lanka.

 

Raccogliendo quest’idea di essere confraternita, il 3 dicembre 1988, sono state concesse al sodalizio le indulgenze plenarie e, con decreto vescovile dell’8 dicembre 1988, Mons. Antonio Bello, annoverato tra i Confratelli Onorari di questo venerabile sodalizio, ha concesso quelle Parziali per chi nel giorno del dies natalis del Santo Taumaturgo si propone di visitare i confratelli infermi.

 

Infine, la Confraternita cura, con costanza e coerenza, l’informazione interna e, pertanto, oltre all’utilizzo dei moderni mezzi di comunicazione (ad esempio il web), da oltre 11 anni un gruppo redazionale confraternale si occupa della redazione del foglio informativo interno a cadenza mensile, chiamato “Si Quaeris”, dalla preghiera più celebre associata al Santo di Padova, in cui sono riportati non solo gli eventi e gli appuntamenti confraternali e/o diocesani, ma anche momenti di riflessione cristiana, spirituale e liturgica inerenti l’ambito confraternale.

 

Insomma, ogni singolo Confratello di questo Sodalizio, consapevole dei propri doveri di cristiano prima e di Confratello dopo, testimonia il suo essere membro della Chiesa locale e universale mediante la collaborazione fraterna, la condivisione, le opere di misericordia.

 

Senza dubbio, Sant’Antonio di Padova è il “Taumaturgo” che ha affascinato e continua ad affascinare il popolo molfettese per la sua straordinaria santità: per questo motivo, non solo è venerato come patrono minore della Città, ma la presenza di dipinti e statue in numerose chiese locali testimonia la profonda devozione dei fedeli molfettesi che lo invocano con suppliche, preghiere e pii esercizi di pietà per i propri bisogni spirituali e materiali.

 

Ma Sant’Antonio non è solo il Santo della Taumaturgia perpetua, delle corsie preferenziali come intercessore presso l’Eterno, egli è anche e soprattutto Dottore della Chiesa per la sua incessante predicazione della Parola di Dio e il particolare amore per i poveri. Due caratteristiche che, come già evidenziato in precedenza, si esplicano in numerose attività del Sodalizio che presiedo.

 

Non sarebbe infatti una confraternita credibile, la nostra, se ce le giocassimo solo nel rito senza dare testimonianza di autenticità evangelica. Se non staremo al passo con gli ultimi, potremo celebrare tutte le processioni che vorremo ma saranno soltanto la passerella della nostra superba apparenza. Il mio auspicio, dunque, è che questo cammino di vita confraternale possa slegarci dall’incastro della liturgia ordinaria preparandoci alla liturgia dell’accoglienza, prepararci, cioè, ad una confraternita non mummificata in vacuo associazionismo da parata ma ad una confraternita sovversiva che rifiuta la logica dell’agio e dell’immagine. Sovversiva proprio come sovversivo è stato Antonio di Padova che, abbandonato il benessere degli agostiniani, ha seguito l’unica logica dettata dal Vangelo: la logica del servizio.