Pubblicato il: 11 luglio 2015

Archiviato il: 13 settembre 2015

Si Quaeris, prezioso servizio alla comunione tra i confratelli

 

 

L’occasione per conoscere il “Si quaeris” mi è stata offerta dalla ricorrenza del suo decennale, dovendo relazionare alla conferenza dell’11 giugno scorso, presso la Chiesa S. Andrea, celebrativa del gioioso anniversario. Per questo ringrazio il Priore, il Padre spirituale, il Segretario e tutta l’Amministrazione, per l’invito che mi hanno rivolto. Ammirevole è, infatti, l’iniziativa della Confraternita di S. Antonio che, come pochissime altre in Diocesi, hanno avvertito, dieci anni fa, l’esigenza di avere un filo diretto con i propri associati che andasse oltre e accompagnasse i momenti di incontro fisico, oggi anche prolungato nel sito web.

 

Se chiedi, se cerchi … come recita la testata.

 

Nel primo articolo del primo numero, a firma di Carlo Pasculli, si chiariva la finalità del mensile: cercare risposte, sollecitando domande, e chiedere al “suo” Santo di intercedere per la salvezza di tutti e di ciascuno. E così è stato nel corso dei 10 anni, 120 numeri (con il presente 122), 480 pagine, circa 1920 articoli e centinaia di foto. Informazione, formazione e collegamento sono state le tre parole guida precisate nello statuto istitutivo del giornale, diventato così specchio della comunità confraternale.

 

Sfogliando i numeri, disponibili puntualmente sul sito del Sodalizio, ho individuato quattro linee direttrici che hanno caratterizzato il giornale.

 

Anzitutto quella della Catechesi, con le meditazioni dei Padri spirituali, le riflessioni a sfondo catechistico e la sintonia con i temi pastorali diocesani. Poi quella della Liturgia, principalmente con i riti degli appuntamenti devozionali propri della Confraternita, vedi la partecipatissima Tredicina di giugno, ma anche in riferimento ai tempi liturgici, alla cura del luogo sacro e degli arredi liturgici della chiesa di S. Andrea che ospita la congrega. Quindi la direttrice della Carità, con le riflessioni e le iniziative pregevoli, anche se sempre insufficienti rispetto ai bisogni, della Cassa Pane di S. Antonio.

 

Non mancano poi attenzioni costanti alla storia della Confraternita e ai temi confraternali, agli eventi realizzati - in particolare alla Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo che è ormai un appuntamento atteso della Settimana Santa a Molfetta - e alle persone che hanno fatto e fanno la storia della Confraternita. Il giornale alimenta con aggiornamenti e cronache il gemellaggio con l’omonima confraternita di Zagarolo, attivato sin dal 1987, e non mancano importanti ed auspicabili aperture verso le altre confraternite della città e della diocesi. Trasversale a tutti i numeri è, non per ultima, la devozione alla Madonna e a don Tonino, felicemente definito “Stella del Salento”.

 

A questo punto, gli ingredienti ci sono tutti perché il “Si quaeris” possa proseguire il suo prezioso servizio alla comunione tra i confratelli, magari facendo in modo che tutti lo ricevano, anche a casa, per offrire quell’immagine di comunità che non si esaurisce al vertice, ma tiene conto di ciascuno, specie di chi è un po’ più ai margini e si fa vedere nelle circostanze comandate.

 

Grazie, quindi, a coloro che lo hanno pensato e avviato dieci anni fa’, e a coloro che lo hanno ereditato e lo gestiscono con dedizione oggi. Auguri perché possa proseguire con lo stesso stile di presenza discreta.

 

Dal canto mio spero che la redazione del settimanale diocesano Luce e Vita, così come ha già concordato con l’Ufficio diocesano Confraternite e con i Priori, possa concretizzare l’iniziativa di un paginone bimestrale in cui dare spazio e risonanza all’imponente e significativo mondo confraternale presente in diocesi.

 

Auguri!

 

Luigi Sparapano

Direttore UCS e del settimanale Luce e Vita