Si Quaeris, decennale: la pastorale della comunicazione in Confraternita
«Per dieci anni, abbiamo raccontato, mese dopo mese, la storia della Confraternita».
Con queste parole il priore, Sergio Pignatelli, tra i fondatori nel 2005 del Si Quaeris (con Nicola Giovine e Carlo Pasculli), ha introdotto l’incontro sul decennale del foglio informativo della Confraternita, svoltosi nella chiesa di Sant’Andrea durante la Tredicina. Per l’occasione è intervenuto il dott. Luigi Sparapano, direttore del settimanale diocesano Luce&Vita e dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi. «Lo spirito del foglio era proprio quello di informare la comunità degli eventi confraternali - ha aggiunto poi don Vito, dopo l’intervento introduttivo del priore -. Il Si Quaeris è nato per informare, formare e far conoscere e, siccome siamo poco informati, dovremmo curare di più questo informazione far sapere».
«È il giornale della comunità, non un semplice foglio informativo. Non è stato e non è qualcosa di passeggero o di superfluo, ma il Si Quaeris rappresenta per la Confraternita uno strumento importante - ha esordito il dott. Sparapano -. Avete fatto una scelta molto importante dieci anni fà, perché una notizia, una riflessione scritta, un articolo è come porgere un bicchiere d’acqua: non è una cosa stupida, è un atto di carità e di volontariato». Con la metafora del bicchiere d’acqua, il dott. Sparapano ha ribadito come il Si Quaeris sia stato filo di collegamento tra i confratelli e nella comunità, tutore della crescita e della storia della Confraternita stessa. «Il valore di un giornale non è tanto quello di trasmettere la notizia in modo semplice, quanto contagiare e comunicare»: insomma, «un atto di amore».
«Informazione, formazione e collegamento: sono state e sono queste le finalità del giornale confraternale, come scritto da Carlo Pasculli nel primo numero del giugno 2005, anche inserite nel regolamento interno del giornale», ha aggiunto il dott. Sparapano, che si è poi soffermato sulle direttrici del giornale. Innanzitutto, quella confraternale, in particolare la storia, il ricordo dei priori defunti, il gemellaggio con la Confraternita di Zagarolo, la Sacra Rappresentazione, l’apertura alle altre confraternite.
Altra direttrice individuata dal direttore del Luce&Vita è stata la catechesi: «la formazione religiosa, con le meditazioni dei padri spirituali, dei sacerdoti e di molti laici che hanno scritto sulla fede cristiana, che non deve fermarsi alla scorza o alla tradizione esterna, ma essere irrobustita». Ha molto apprezzato non solo l’attenzione alla volontà pastorale del Vescovo, ma anche la sintonia con la diocesi (lettere pastorali dei vescovi, iniziative diocesane, ecc.), un atteggiamento che «rompe l’idea comune che la confraternita sia un mondo a parte».
Altro aspetto, quello liturgico con le pubblicazioni del programma pastorale annuale, ma di tutti i programmi della attività e delel iniziative, ma anche l’attenzione ai tempi liturgici, alla cura della chiesa e della sede della Confraternita, ai paramenti e alle suppellettili. Infine, la carità che è tutta focalizzata sull’attività delal Cassa Pane Sant’Antonio. Insomma, il Si Quaeris è l’ennesima conferma che la Confraternita di Sant’Antonio della Città di Molfetta è, di sicuro, tra el più vivaci e innovative nel panorama diocesano confraternale. Del resto, come ha ribadito il dott. Sparapano, «se non ci fosse stato il Si Quaeris molte attività confraternali sarebbero andate perdute».
Per l’occasione, il dott. Sparapano ha anche comunicato che, per l’anno pastorale 2015-2016, a partire da settembre il Luce&Vita ospiterà - a cadenza bimestrale o trimestrale, i tempi saranno decisi nei prossimi mesi - il paginone delle Confraternite (una richiesta fortemente caldeggiata, in particolare, dall’attuale Amministrazione durante uno degli incontri con lo stesso Direttore per l’organizzazione dell’incontro). La proposta è stata anche presentata nell’ultimo incontro della Consulta dei Priori ed accolta favorevolmente non sono dai Priori presenti, ma anche dall’Ufficio Confraternite Diocesano.
L’incontro si è concluso poi con un riferimento ai mezzi di comunicazione attuali (in particolare, i social network), ai reati che, purtroppo, si perpetuano in rete e alle potenzialità che i mass media hanno nella informazione e formazione dell’uomo quando usati correttamente, perché, come ha scritto Papa Francesco, «sono un dono di Dio».