Pubblicato il: 09 agosto 2015

Archiviato il: 03 ottobre 2015

Addio don Gino, umile pastore della nostra Diocesi

 

di Sergio Pignatelli (Priore)

 

 

Carissimo don Gino, è proprio vero che quando muore una persona cara muore anche una parte di te.

 

Con te in quella bara, infatti, sono finite anche le emozioni del nostro primo incontro in episcopio, i sorrisi accoglienti della mia confraternita che festeggiava intorno a te la solennità antoniana, la serenità e la pace che infondeva il tuo sguardo paterno.


 

 

Qualche giorno fa ho incontrato tuo fratello presso la tomba in cui riposano i tuoi resti mortali. Biascicava a stento qualche parola, troppo forti le emozioni che assalivano la sua anima mentre le lacrime rigavano le sue gote.

 

Quasi si scusava, perché la tua morte era arrivata prima della conclusione della costruzione della cappella cimiteriale di famiglia. Chi se lo aspettava? Già, chi?

Perdonaci don Gino, perché, nonostante i tre lustri che sei stato qui da noi, prima ancora che provare a conoscerti ti abbiamo fatto pagare lo scomodo confronto con don Tonino. Perdonaci se, da cristiani poco autentici, non abbiamo difeso il tuo nome di fronte al discredito di qualche giornalista in cerca di notorietà. Anzi, sono pure convinto che a qualcuno avrà anche fatto piacere cavalcare l’onda del pettegolezzo da ciarlatano.

 

 

Come è triste esaminare le proprie coscienze e constatare la grandezza di qualcosa o di qualcuno solo dopo averlo perso definitivamente. Assolvici anche da questo, caro don Gino, la nostra vista non è più lunga delle nostre processioni, la nostra fede non più duratura di qualche frettolosa salmodia.

 

Forse avremmo dovuto dirtelo più spesso, forse è troppo tardi, ma concedici di pronunciare quasi sottovoce un ultimo “Ti Vogliamo Bene”. Ovunque tu sia, con chiunque tu sia, non dimenticarti mai di noi.