Pubblicato il: 31 maggio 2014

Archiviato il: 02 agosto 2014

Il Santo di Padova, fratello e intercessore

 

 

 


Con l’ultimo giorno di Maggio inizia la Tredicina a sant’Antonio e, come sempre, in me l’esigenza di conoscere meglio sant’Antonio. Dei santi, nostri fratelli e intercessori, si conosce poco e, soprattutto, si riduce tutto alle loro opere prodigiose. Eppure, Gesù ebbe a dire ai dodici se crederete in me farete opere più grandi di queste. Ecco i santi che, ‘rimanendo’ in Gesù, compiono opere meravigliose per la forza di Dio, che Gesù comunica ai suoi. Anche noi possiamo compiere opere prodigiose se ‘rimaniamo’ in Lui, che è unito al Padre. Ma chi era Antonio?

 

Sant'Antonio di Padova, al seco-lo Fernando Martins de Bulhões (Lisbona, 15 agosto 1195 – Padova, 13 giugno 1231), fu un religioso portoghese canonizzato dalla Chiesa cattolica e proclamato nel 1946 dottore della Chiesa. Da principio monaco agostiniano a Coimbra dal 1210, poi dal 1220 frate francescano. Viaggiò molto, vivendo prima in Portogallo quindi in Italia ed in Francia. Nel 1221 si recò al Capitolo Generale ad Assisi, dove vide e ascoltò di persona san Francesco d'Assisi. Terminato il capitolo, Antonio fu inviato a Montepaolo di Dovadola, nei pressi di Forlì. Dotato di grande umiltà, ma anche di grande sapienza e cultura, per le sue valenti doti di predicatore, mostrate per la prima volta proprio a Forlì nel 1222: proprio per questo, prima di diventare "di Padova", fu a lungo conosciuto come "Antonio da Forlì".

 

Antonio fu incaricato dell'insegnamento della teologia e inviato dallo stesso san Francesco a contrastare la diffusione dell'eresia catara in Francia. Fu poi trasferito a Bologna e quindi a Padova. Morì all'età di 36 anni.

È notoriamente e popolarmente considerato un grande santo, anche perché di lui si narrano grandi prodigi miracolosi, sin dai primissimi tempi dalla sua morte e fino ai nostri giorni. Tali eventi prodigiosi furono di tale intensità e natura che facilitarono la sua rapida canonizzazione, inferiore ad un anno (è il Santo canonizzato più rapidamente nella storia della Chiesa) e la diffusione mondiale del-la sua devozione, che lo rendono il santo più venerato al mondo. Ma ci sono pensieri di sant’Antonio che ci posso-no essere utili per la vita spirituale e per la nostra vita di fede.

 

Non c'è vita cristiana se l'uomo non aggiunge la propria collaborazione all'azione di Dio. Uscito bambino nella vita cristiana dal battesimo, il cristiano deve poi sviluppar-la per raggiungere la maturità che è la vita eterna.

 

Il cammino verso la vera perfezione spirituale è uno nel-la sostanza, anche se vario nelle tappe. Sant'Antonio non lo presenta teoricamente o in astratto, come fanno i trattati di teologia ascetica e mistica, ma in concreto nel cristiano, che quel cammino percorre con difficoltà, spesso zoppicando e anche sdrucciolando talvolta. Riguardo all'intervento divino, la perfezione ha i tre momenti caratteristici, che corrispondono ai tre classici gradi della vita spirituale cristiana: quello degli incipienti, dei proficienti e dei perfetti. Nel primo grado (incipienti) predomina la purificazione, nel secondo (proficienti) lo schiudersi dell'anima alla verità e il suo rivestimento di virtù, nel terzo (perfetti) l'anima spalanca la porta alla comunione con Dio, di cui speri-menta con frequenza le soavi effusioni.

 

Il primo grado coincide nel suo inizio con il ritorno a Dio da una vita di peccato, e assorbe l'uomo in un lavorìo molto penoso di lotta e di purificazione. Uscito dalla melma del peccato, egli porta ancora con sé le stimmate di una triste eredità: abitudini cattive da superare, un passato da espiare. Al dissidio interiore tra corpo e spiri-to si aggiunge l'insidia esterna del mondo e del demonio. Due "amiconi" che agiscono di comune accordo a danno spirituale del credente.

Virtù necessarie: la vigilanza e la costanza.

 

Ma noi a quale grado siamo nel nostro cammino?

 

Sant’Antonio con il, suo esempio e la sua parola vi invita a camminare e soprattutto a raggiungere il terzo grado, quello dei perfetti. Ma questo è possibile se la Parola e i Sacramenti avranno in noi un posto importante.

Se noi non faremmo a meno mai di questi doni del Signore. In questi giorni torneremo a farci guidare dal Santo e con lui fissare lo sguardo a Gesù, unico salvatore dell’uomo.

 

don Vito Marino (Assistente spirituale)